LA CHIESA “RESUSCITATA” DI SOANNE

03/10/2019

Soanne, la chiesa chiusa da 71 anni e destinata alla scomparsa lenta ma inesorabile, è ritornata in vita. Grazie ad una telefonata, alle radici mai dimenticate e ad un medico che si è preso cura di quell’edificio religioso. “Sono nato qui, mi pare un doveroso gesto di riconoscenza”.
Anche le chiese resuscitano. Soprattutto se “sospinte” dall’amore e dalla tenacia dei figli della sua terra. Il caso, emblematico, è quello di Soanne. La frazione di Pennabilli contava tre chiese, una delle quali andata distrutta, un’altra ancora in funzione e una terza, quella di Santa Maria eretta su un bel poggio del paese, chiusa dal 1948. Ci sono voluti la bellezza di 71 anni, ma alla fine la chiesa di Santa Maria non solo riapre i battenti ma ritorna all’antico splendore di chiesa romanica con rifacimenti gotici del primo Novecento.
C’è voluta tutta la pazienza, la tenacia e anche l’intervento economico di Fernando Santucci, noto medico riminese ma originario proprio di Soanne (paese dal quale è partito in cerca di fortuna all’età di 10 anni), e titolare del Poliambulatorio Valturio, a Rimini, a due passi da Castel Sismondo. “In realtà sono io che debbo ringraziare Soanne: in quella chiesa si sono sposati i miei genitori, lì sono stato battezzato, e a questo territorio devo tanto del carattere che mi ha permesso in tanti anni di professione di esercitare come medico dal volto umano” si schernisce l’ottantunenne medico.
La scintilla è stata una telefonata mattutina, rigorosamente in dialetto pennese.
“Sono Angiulin”. Angiolino “Angiulin” Bernardi era un residente (ora deceduto) al quale piangeva il cuore vedere quella chiesa cadere a pezzi. “Solo tu ci puoi aiutare, Fernando, quella chiesa non può scomparire“. Un pezzo di storia e tradizione che se ne andava via silenziosamente, troppo silenziosamente. La situazione era quasi compromessa: tetto distrutto, interni rovinosamente decaduti, ci pioveva dentro. Santucci ha aperto cuore e portafogli e grazie alla collaborazione della Diocesi di San Marino-Montefeltro, si è imbarcato nell’impresa. I tempi lunghi della burocrazia e le difficoltà nell’esecuzione dei lavori hanno rallentato l’opera. Dopo quasi 5 anni il primo passo era compiuto: il rifacimento del tetto, il 31 gennaio 2012. “Esattamente poche ore prima del nevone, un segno. – rilancia Santucci E non è stato l’unico. Sulla strada del recupero ho trovato tante orme, circostante favorevoli dimostrazione che la strada intrapresa era quella giusta”. L’ingegner Celi ha seguito il rapporto con la Sovrintendenza, l’economo diocesano Marino Lorenzi tanti altri contatti, il patron della Valpharma Roberto Valducci ha investito 25.000 euro nell’impresa. “E il Vescovo mons. Andrea Turazzi ci ha sempre sostenuto” aggiunge Santucci.

A chi gli chiede quanto ha sborsato in questi anni per il restauro della chiesa che è stata inaugurata sabato 7 settembre alle ore 18, il medico fa spallucce.
“È un semplice atto di amore nei confronti della mia terra. Dalla vita ho avuto davvero tanto, e molto successo: questo intervento è una piccola restituzione. La cultura di questa terra e l’esempio di mia mamma, la storica «Maria dei giochi» di Novafeltria, mi ha aiutato ad essere quel che sono: un dottore umano”.
La chiesa, di impianto romanico e di origine molto antica, sorge su un lieve pendio che sovrasta la piazzetta del Castello di Soanne. La storia racconta che su quel colle nel II-III sec. si ergeva un tempietto ove veniva adorata una divinità pagana, la dea Diana. L’opera dell’uomo modificò il territorio e documenti scritti testimoniano come sopra quei ruderi fosse edificato in seguito un conventino (o romitorio) di monache agostiniane dedicato a Santa “Cattarina”. La Chiesa (sec. XV-XVI) sorse poi sui resti di quelle millenarie pietre, alcune delle quali scolpite da mano esperta e ancora ben visibili ad uno sguardo attento. Conserva tuttora opere architettoniche e artistiche di pregevole valore, parti delle quali furono all’epoca ivi trasportate dalle rovine di un altro sacro edificio (Chiesa di S. Cristoforo) posto in località Sargiano e “custodite gelosamente dalla Confraternita del SS. Rosario”.
Nel 1905-06 è stata rifatta in stile gotico. “Non più officiata dalla Settimana Santa del 1948 ma ancora consacrata, versava purtroppo da vari decenni in grave stato di degrado e abbandono. – fa notare Gerardo, uno dei residenti ‘resistenti’ di Soanne – L’impegno costante mantenuto dall’Ente Comunanza Agraria di Soanne è stato indispensabile per evitare il crollo dell’edificio. Grazie poi all’intraprendenza e tenacia di amici sensibili e generosi, unitamente all’intervento della Curia Vescovile e alla buona volontà degli abitanti del luogo si è provveduto al restauro – ripristino del tetto, delle strutture murarie e dell’altare maggiore. Un’attenzione particolare è ora posta al recupero delle opere artistiche, architettoniche e degli arredi interni. Tutto questo al fine di salvare quel particolare ambiente religioso, storico e culturale che fu tramandato con fede e passione fino a noi, dalla semplice ma sofferta storia di quelle genti”.
La chiesa all’interno presentava arredi molto belli provenienti dalla chiesa di Salzano, chiusa da tempo qualche km sopra, tra Soanne e Villagrande.
Davanti alla Chiesa di Santa Maria nel 1228 San Gaspare del Bufalo, partito da Pennabilli, tenne un importante discorso di fronte a 5.000 persone venute da tutto il Montefeltro. Queste ed altre storie sono state raccontate nel convegno che ha preceduto l’inaugurazione ufficiale della chiesa restaurata alla presenza del Vescovo di San Marino-Montefeltro, del sindaco di Pennabilli Mauro Giannini, di altre autorità e di un popolo numeroso ed emozionato. Per la verità, la “prima messa” del nuovo corso era già stata celebrata dal parroco di Soanne, Don Pierluigi Bondioni. Ma la rinascita di Santa Maria, 71 anni dopo la sua chiusura e ad un passo dal cedimento, andava festeggiata.

Paolo Guiducci